Adesso dove andranno? Come sopravvivranno? Che fine faranno?
Ci rimangono negli occhi i loro sguardi, nelle orecchie i racconti delle loro esistenze. E nella mente sono tante le domande che ci poniamo da oltre dieci anni, tutte le volte che ambulanti e migranti vanno via dalla nostra città, al termine della meravigliosa settimana di San Giuseppe.
Per noi Fiera In Mensa ha rappresentato soprattutto questo: un’occasione per incontrare l’Altro, accoglierlo, condividere con lui o con lei il pezzo d’asfalto che in quei giorni ospita la sua attività. Soprattutto, ci siamo stati dentro per interrogarci e per vedere Cosenza aprirsi al mondo intero, così come la volle Federico II nel XIII secolo, quando la valle dei Bruzi, dopo terremoti ed incursioni corsare, tornò a ripopolarsi.
Anche quest’anno rilanciamo il nostro impegno nell’ormai tradizionale manifestazione, ma stavolta abbiamo deciso di darle un nuovo significato: per noi sarà Fera… ARA ‘MMERSA. Vogliamo rovesciare i luoghi comuni, scavare nelle pieghe del medioevo contemporaneo in cui viviamo; soprattutto: capire, interrogarci. Insomma, ci sembra che l’accoglienza non basti più, in questa fase. Ecco perché avvertiamo l’urgenza di unire il sapere critico e la ribellione alla solidarietà. Ci piacerebbe provare, insieme a chi vive l’assurda negazione della cittadinanza e dei diritti, a “sbrogliare la matassa” intricata che costringe milioni di esseri umani provenienti da altre zone del pianeta, a vivere in una condizione di schiavitù. La nostra è una provocazione che vuole portare alla luce le immancabili zone d’ombra di un cammino condiviso. Dopo tanti anni di attività avvertiamo la necessità di riavvolgere il nastro per ritornare, facendo tesoro dell’esperienza maturata, all’idea originaria. Vogliamo vivere una “Fera ara ‘mmersa” per porre al centro dell’attenzione non solo la Cosenza aperta, solidale ed ospitale, impegnata in un gioco di specchi che rischia di diventare illusorio ed autogratificante, bensì il contributo dato dai migranti allo sviluppo economico, culturale e sociale della nostra terra. Vogliamo vivere una “Fera ara ‘mmersa” per ringraziare i tanti fratelli e sorelle migranti che, vivendo e lottando insieme a noi ogni giorno, ci arricchiscono di nuovi saperi, colori e sapori e rendono più reale il sogno di una società Altra.
Analizzando i dati del Dossier Statistico Immigrazione 2012 (Caritas e Migrantes) scopriamo che quasi il 15% dei migranti lavora presso le nostre famiglie (750mila tra colf e badanti, l’85% degli occupati del settore), il 33% nell’edilizia e l’8,5% in agricoltura. Più dell’80% è occupato con qualifica di operaio con un salario nettamente inferiore agli operatori italiani. Numeri che peggiorano di molto, se consideriamo i migranti “non regolari”. Inoltre la presenza ed il lavoro dei migranti produce un saldo positivo nella nostra economia di 1,70 miliardi di euro. Focalizzando l’obiettivo sulla nostra terra ci viene facile comprendere la condizione vissuta dai migranti stagionali nella Piana di Gioia Tauro e di Sibari che, pur sostenendo un comparto fondamentale per la nostra economia come quello agrumicolo, vengono accolti in putride baraccopoli e retribuiti con salari ridicoli. Stessa cosa dicasi per il business del mattone, settore che va per la maggiore nella nostra città e che recluta sempre più manodopera migrante a basso costo e spesso in nero generando il paradosso di una classe operaia costruttrice di case e palazzi, che rimarranno inabitati per anni visto l’asfittico mercato immobiliare, che fatica a trovare un alloggio dignitoso. Gli esempi potrebbero essere ancora tanti ma è il momento di dire basta, di praticare le alternative possibili nel nostro quotidiano e nel frattempo pensare collettivamente alla progettazione degli scenari futuri. Ecco perché vogliamo vivere una “Fera ara ‘mmersa” che ci ricordi che i diritti dei lavoratori e la tutela ambientale vengono prima delle merci, degli utili e dei mercati, che la casa è un diritto prima di essere un investimento, che la diversità di cultura e di tradizioni è una ricchezza e non una minaccia.
Da anni lavoriamo nell’area liberata dei capannoni delle ex FDC tra via Popilia e viale Mancini, con l’unico fine di restituirla alla cittadinanza sotto forma di Parco Sociale. Per la Fiera di San Giuseppe, insieme ad ambulanti, artigiani, artisti, operatori culturali laici del territorio, compieremo un ulteriore sforzo per renderla ancora più viva ed accogliente. Le manifestazioni che vi si svolgeranno, saranno incentrate sui temi del rispetto della dignità umana e dell’ambiente, della produzione e del consumo critico, solidale, sostenibile ed a rifiuti zero.
Ecco perché costruiamo una FERA ARA ‘MMERSA.
Da sabato 16 a martedì 19 marzo a Cosenza c/o le ex officine delle Ferrovie della Calabria, viale Mancini-Via Popilia.
Casa dei Diritti Sociali – Cosenza, Centro Culturale Arahma, Coessenza, Cooperativa Sociale Soccorso Speranza, Cpoa Rialzo, Gas Cosenza ‘Utopie Sorridenti’, Radio Ciroma, Studenti medi Cosenza, Terra di Piero, Ultrà Cosenza Curva Sud.
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Complimenti, interessante iniziativa, vivo a Napoli, sono impegnato nella divulgazione delle pratiche ecosostenibili come scelte di vita quotidiana, in Calabria sono collegato con l’Ass. Sagarote di Diamante
spero di esserciaquest’evento! buon lavoro!